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scuolaI genitori delle scuole elementari della circoscrizione 5 hanno toccato con mano la riforma Gelmini. Forse lo scorso anno avevano sottovalutato l'impatto della riforma e le manifestazioni di sindacati e insegnanti, rassicurati dal Ministro che, presentando la sua riforma, si affrettava sempre a spiegare che nella pratica non sarebbe cambiato nulla (ma allora perchè definirla "epocale"?).

Tagliare 8 miliardi alla scuola pubblica in tre anni è un'attimo. E' sufficente scrivere due righe in una legge di bilancio e il gioco è fatto. Saranno i presidi a occuparsi del resto: dovranno, da bravi manager scolastici, ridurre gli sprechi e rinunciare al personale precario ottimizzando la distribuzione degli insegnanti di ruolo per coprire tutte le ore di lezione.

E' quello che, immaginiamo, avrà tentato di fare il Preside dell'Istituto Scolastico Salvo d'Acquisto, ma, dato che la matematica non è un'opinione, si è visto costretto ad alzare bandiera bianca e scrivere ai genitori (Febbraio 2010) che per l'anno scolastico 2010-2011, la sorveglianza degli studenti durante la mensa sarebbe stata affidata ad una cooperativa esterna per un costo annuo preventivato di 60 euro bambino, a cui bisognava sommare il costo del pasto. Tutto, ovviamente, a carico delle famiglie.

Ma neppure il preside poteva immaginare che i tagli sarebbero stati così consistenti. E così, a Settembre 2010, i genitori si sono visti recapitare una seconda lettera con la quale il preside ha comunicato che il costo annuo a bambino sarebbe stato di 96 euro, con un incremento di più del 50% rispetto a quanto precedentemente comunicato. Un aumento inspiegabile se si considera che la cooperativa vincitrice dell'appalto è la stessa alla quale, sei mesi prima, la scuola aveve chiesto di fornire il preventivo.

Non potendo mettere in dubbio la buona fede della cooperativa e del preside, ne traiamo la logica conclusione che l'inspiegabile aumento altro non è che l'effetto della manovra correttiva, quella che, per intenderci, "non metterà le mani nelle tasche degli italiani". Ora il significato è chiaro: "non mettere le mani nelle tasche degli italiani" vuole dire tagliare i servizi e obbligare i cittadini a provvedere da soli.

Non c'e' bisogno che Tremonti metta le sue mani nelle nostre tasche; ci pensiano da noi, estriamo il portafoglio e paghiamo i servizi che ci servono. Da soli.