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proposte_profumoIn un momento di vera emergenza nazionale chiediamo a questo Governo di fare ciò che fanno le famiglie per bene: guardano a quanti soldi hanno in tasca per darsi delle priorità, a partire dai bisogni dei più piccoli e dei più deboli.

Il Partito Democratico apprezza gli interventi fatti per la lotta alla dispersione scolastica attraverso fondi europei in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, ma l'abbandono che l'Europa ci chiede di dimezzare entro il 2020, riguarda tutto il Paese e in particolare le periferie delle grandi città.


Nel solo Piemonte 1.820 ragazzini hanno abbandonato la scuola media quest'anno. Le priorità in questo momento per la scuola Italiana si chiamano scuola dell'infanzia, tempo pieno e lotta alla dispersione scolastica. Il 'compito' che l'articolo 3 della Costituzione affida alla Repubblica attraverso la scuola è quanto di più lontano possiamo immaginare dal decreto che il Ministro Profumo vuole imporre per "coltivare" le eccellenze.


Siamo il paese dei divari. E' provato che una educazione prescolare offre migliori chance di recupero rispetto agli svantaggi di partenza.  Eppure le liste d'attesa sono tornate ad esplodere in tutto il Paese. Anche in regioni come Emilia Romagna quasi 2000 bambini restano a casa a tre anni, dopo aver frequentato il nido. Eppure l'Europa ci dice che la scuola dell'infanzia, seppure non dell'obbligo, è scuola e i bambini ne hanno diritto.


Profumo prima risponda alle emergenze, compito che abbiamo affidato al Governo dei tecnici, poi rifinanzi le norme per tenere le scuole aperte il pomeriggio e nei periodi estivi. Soprattutto non si possono toccare i pochi spiccioli che rimangono sul fondo per l'Autonomia scolastica. Già oggi sono stati tagliati i 2/3 dei fondi per fare i corsi di recupero.


Per quel che riguarda il nuovo reclutamento, continuiamo a chiedere di stabilizzare coloro che da troppi anni stanno lavorando su posti vacanti. I nuovi concorsi siano banditi sulle classi di concorso già esaurite e no su posti inesistenti. Vi è bisogno di nuovi insegnanti  per le scuole medie nelle materie tecnico scientifiche e matematiche. Il ministro abbandoni l'idea di un decreto che non risponde alle emergenze della scuola italiana, né alle richieste vere dell'Europa.