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appuntamento-vimercateLunedì 7 c.m. ha avuto luogo il  terzo incontro del ciclo “ Per un pugno di euro” organizzato dai Giovani Democratici  a Vimercate, Moderatore  Enrico Brambilla.  Si sono ascoltate due interessanti testimonianze di lavoratori autonomi.

Filippo Berto, pres. dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Monza e Brianza, ha raccontato la sua esperienza.   Ereditata l’attività artigianale del padre e degli zii, per un prodotto che si può considerare “maturo” come quello dell’arredamento ( divani ecc. ), è riuscito con entusiasmo e puntando molto sulla innovazione/specializzazione e su una intensa comunicazione, a risollevare le sorti dell’impresa con successo.

Elementi importanti per Berto sono: fare squadra con i lavoratori, premiare la creatività, guardare oltre il profitto, curare il know-how aziendale  arricchendolo con il reperimento di nuovo personale specializzato.

Sotto questo aspetto però si incontrano difficoltà, perché sono pochi i giovani preparati, e le scuole, anche quelle professionali, non preparano a sufficienza.

Enrico Davolio, presidente del Consorzio Sociale CS&L, parla invece del mondo delle cooperative, in particolare di quelle cosiddette sociali, che hanno anche lo scopo di dare lavoro ai soggetti svantaggiati.

La situazione è di crisi come per tutte le attività,  aggravata dal calo di fatturato con gli Enti Locali, colpiti dal taglio delle finanze.

Il personale è prevalentemente femminile, tra i 25 e i 35 anni.  Una volta la permanenza in cooperativa si riduceva a pochi anni, dopo di ché i soggetti si rivolgevano verso altri sbocchi.  Oggi invece si trattengono più a lungo per le difficoltà di trovare un lavoro diverso.

Il personale è assunto a tempo indeterminato, ma la quantità di ore prestate, perché richieste, è diminuita drasticamente.  L’uso che le amm. locali fanno oggi del sistema dei “ Voucher” penalizza  ulteriormente.  Mette in competizione varie cooperative , fra le quali l’utente può scegliere volta per volta.  Ma gli utenti spesso non hanno elementi per scegliere e, passando dall’una all’altra, aumentano la frammentazione dei servizi.

L’on. Alessia Mosca ricorda  la politica seguita dal PD nei confronti delle piccole e medie imprese.  Attenzione anche a quello che sembra lavoro autonomo e non lo è.  Molte Partite IVA sono in realtà delle monocommittenze e, con i co.co.co. sono in realtà situazioni di lavoro dipendente.

Forte è l’impatto della crisi sui giovani, ormai disoccupati al 30%. Lo scorso fine settimana se ne è parlato all’Assemblea Nazionale del PD.  Mercoledì prossimo verrà anche presentato un progetto di legge sulla condizione femminile.

La situazione giovanile è critica ovunque in  Europa,  ma da noi è 4 volte peggio.

Il problema della  burocrazia, che unitamente a quello delle banche  rende difficile ogni passo e la giustizia con tempi troppo  lunghi, sono ostacoli per i nostri imprenditori che, secondo Berto, sono molto più bravi dei colleghi stranieri, perché riescono ad operare nonostante questi inciampi. L’eliminazione, o almeno l’attenuazione di questi problemi, è ciò che gli imprenditori chiedono alla politica.

I pagamenti con tempi troppo lunghi, unitamente alla difficoltà di ottenere crediti dalle banche, rappresentano un pericolo grave, soprattutto per le piccole medie imprese.  Altro che revisione dell’art. 41 della Costituzione! Già se venisse attenuato il patto di stabilità che impedisce alle pubbliche amministrazioni di pagare in tempi più brevi, pur in presenza di disponibilità finanziarie, sarebbe un notevole miglioramento.  Le direttive europee che prevedono 30 gg. rappresentano un miraggio.

Sotto questo aspetto le cooperative sentono meno il problema perché i loro crediti sono affidabili.

La condizione femminile è anche qui svantaggiata, perché ad es. il periodo di maternità,  pesa enormemente sulla carriera.  Le donne non devono essere costrette a scegliere tra famiglia e lavoro.

Dal pubblico viene auspicato che il PD si faccia carico di rilanciare i rapporti  tra scuola e imprenditoria.

Una volta c’era l’apprendistato.  Oggi non c’è più.  Perché? Sono i giovani che non sono attratti dal lavoro manuale o costa troppo alle aziende?

Secondo Berti ci sono posti di lavoro disponibili per giovani specializzati.  Purtroppo c’è scollamento tra scuola e impresa. Va rilanciata l’idea  che il lavoro deve essere  visto come  realizzazione di sé stessi.