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Potrebbe accadere che le ultime disavventure del nostro premier rendano più probabili le elezioni nella prossima primavera.
Tra un presidente del consiglio impegnato più a distrarsi variamente che a pensare ai problemi del paese (la vicenda Fiat è emblematica da questo punto di vista, e non è che la punta dell'iceberg) ed un centro sinistra che stenta a trovare una strada che lo proponga come valida alternativa al governo attuale, gli italiani che hanno a cuore il futuro loro e del loro prossimo (gli altri si accontentano - beata incoscienza - di affidarsi al cavaliere) si interrogano sul da farsi per individuare finalmente un percorso che abbia qualche probabilità di portarli fuori dalle pesti.

Tra bersaniani, dalemiani , franceschiniani, vendoliani, e persino renziani o addirittura (!) civatiani  e serracchianiani, il popolo del centro sinistra non sa che pesci prendere e rimane, silente e perplesso, in attesa degli eventi. Ma ha, sostanzialmente, il morale sotto le scarpe, e cerca disperatamente qualcosa o qualcuno che  possa  ridargli le speranze. Impresa, questa, che sembra oggi impossibile.
Ma è proprio così?

Questa mattina presto, mentre mi rigiravo nel letto nella speranza di riprendere sonno, mi è venuta un'illuminazione: e se, come i romani con Cincinnato, ci appellassimo di nuovo a Romano Prodi? Prodi, a mio parere, è l'unica persona che abbia, assolutamente integre, le capacità e l'autorità morale per unificare ancora una volta il centro sinistra. Se non tutto, almeno una gran parte; anche perché i vari capi e capetti che nelle uniche sue due vittorie contro il cavaliere ne indebolirono la posizione fino a farlo cadere, dovrebbero - finalmente - essersi resi conto che, come dice il proverbio, chi troppo vuole nulla stringe: lo hanno ampiamente sperimentato sulla propria pelle.

Prodi, dico cose ben note, anche se avrebbe potuto farlo, non ha fatto solo il nonno, ma ha girato, in questi ultimi anni, in lungo ed in largo per il mondo, sempre cercato ed ascoltato nei paesi più vari, sopratutto quelli emergenti; e ne ha seguito i cambiamenti uno per uno,  mantenendo fruttiferi contatti con le èlites politiche ed economiche di tutto il mondo. E' quindi nelle condizioni ideali per riprendere per mano il nostro disastrato paese e condurlo fuori dalle secche, per ardua che l'impresa possa essere. Ha infatti la capacità e l'autorità di procurarsi l'appoggio di personaggi di livello internazionale (penso, ad es., a Monti e a Draghi). Ma sopratutto ha il potenziale di battere ancora una volta B., perché, come ho detto sopra, è in grado di unificare il centro sinistra approfittando delle innegabili difficoltà in cui si dibatte la destra per la defezione di Fini e per i pasticci in cui si caccia il cavaliere. Recentemente ha ribadito di non volerne più sapere. Ma con affermazioni che, tutto sommato, possono lasciar intravedere uno spiraglio di possibilità. Almeno così a me è sembrato.

Nemmeno Cincinnato voleva riprovarci. Eppure...