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Noi non strumentalizziamo, Formigoni non deve minimizzare. L'arresto dell'assessore Prosperini è caduto come un macigno sull'attività di fine anno del Consiglio regionale. In Aula si discuteva del bilancio 2010, ma soprattutto, essendo l'ultimo della legislatura, del bilancio di un quinquennio.

Si discuteva dei problemi che la politica deve affrontare, meglio di come non abbia fatto finora: le aziende strozzate dalla crisi, i lavoratori a rischio, le famiglie in difficoltà rispetto a un welfare che non le aiuta, i pendolari che subiscono quotidianamente disservizi ancora irrisolti. L'arresto di un assessore per reati connessi alla sua attività sposta fatalmente la discussione su un piano diverso che, seppure con il rammarico di vedere scivolare via il dibattito su temi su cui si è molto lavorato, non può non essere affrontato. E non si può, come fa Formigoni, raccontare che i magistrati spesso si sbagliano, né, come fa qualche altro esponente del centrodestra, che c'è una sorta di orologeria giudiziaria. Alla persona di Pier Gianni Prosperini, umanamente così diversa dalla sua immagine televisiva, va il rispetto dei consiglieri d'opposizione, ma il quadro emerso dalle indagini va affrontato con chiarezza. All'assessore vengono contestati dei reati, e questo è affare della magistratura. Ma è anche emerso il cortocircuito tra la politica e l'informazione, il fatto che il potere avuto la possibilità di condizionare testate giornalistiche brandendo contratti per campagne istituzionali come armi di ricatto. Questo dicono le intercettazioni rese note dai giornali. È un nodo delicatissimo. Ogni anno la Regione spende milioni di euro in campagne pubblicitarie e istituzionali.

Chi altri, come l'assessore Prosperini, le utilizza per imporre la propria presenza sugli schermi o per vietare quella altrui? Che cosa hanno da dire in merito gli organismi di controllo?

Quanto all'inchiesta, Formigoni ha invitato alla cautela, citando come caso l'assoluzione dell'ex assessore Milena Bertani dopo un lungo processo. Non ha però citato Massimo Guarischi, coimputato di Bertani e condannato in via definitiva. E l'ex assessore Guido Bombarda, coinvolto in una truffa sui corsi di formazione. E l'ex collaboratore Marco De Petro, condannato per la truffa sul programma Oil for Food.

A volte i processi si concludono con una assoluzione e altre con una condanna, ma la politica, per essere credibile, deve dimostrare di non sottovalutare certi segnali.

 

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