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metropolitana m5Per il sindaco Dario Allevi il prolungamento della metro 5 a Monza è anche un prolungamento delle motivazioni della giunta Scanagatti. Ma con un percorso diverso. Già. Nonostante la nuova variante – denominata variante D o variante Allevi – che si discosta, ancora senza un vero motivo, dal percorso previsto soltanto lo scorso giugno dalla giunta Scanagatti, le motivazioni che dovrebbero sostenere la variante del nuovo sindaco sono un copia-incolla delle motivazioni indicate dalla giunta Scanagatti. Ovvero: servizio per la parte ovest della città, coerenza con il PGT e fattibilità economico e tecnica. Con quest'ultima che addirittura marca visita. Ma andiamo con ordine.

Nel consiglio comunale di lunedì 27 novembre, il gruppo consiliare democratico ha presentato una interrogazione sul prolungamento monzese della metro. La giunta Scanagatti aveva scelto un percorso – denominato percorso A – con 6 fermate, sulla base di un piano di fattibilità economico e tecnico elaborato da Metropolitana Milanese. Le motivazioni di tale scelta furono chiare ed esplicitate: fattibilità economica e tecnica, coerenza con il PGT appena approvato e dunque con i piani di sviluppo della città (nello specifico le fermate “Centro” e “Marsala”) e fermate al servizio di quartieri densamente popolati dell'area ovest di Monza (quartieri Triante, Cavallotti, San Giuseppe e San Fruttuoso).

Cosa ha fatto la giunta Allevi? Ha elaborato un nuovo tracciato. La sopraccitata variante D o variante Allevi, che passa da Monza Fs e da Piazza Trento. Le ragioni di tale cambiamento? Non pervenute. La delibera Allevi indica la variante D come quella migliore, salvo poi specificare che non sono disponibili indici di fattibilità economica e tecnica perché ancora non è stato fatto alcuno studio. E le motivazioni a sostegno? Coerenza con il PGT appena approvato e dunque con i piani di sviluppo della città e fermate al servizio di quartieri densamente popolati dell'area ovest di Monza (quartieri Triante, Cavallotti, San Giuseppe e San Fruttuoso). Vi sembra di averlo appena letto? È proprio così. Sono le motivazioni individuate dall'amministrazione Scanagatti, incollate dall'amministrazione Allevi al servizio di un tracciato del tutto diverso.

In sostanza, la giunta Allevi delibera di proseguire con un percorso di cui ancora non sono chiari costi e benefici. Ancora più chiaramente: mancano gli indici di fattibilità economica, è una via che viene auspicata come corretta, ma senza garanzia alcuna. E come se non bastasse “prende in prestito” le ragioni della giunta precedente, nonostante il cambio di rotta. Inevitabile domandarsi quanto inciderà in termini di costi e tempi questa generale confusione e la relativa mancanza di programmazione. 

Puntuale, infatti, l'interrogazione democratica chiede quale sia il grado di coerenza della variante Allevi con le previsioni di sviluppo del PGT vigente; quali siano le motivazioni funzionali alla base della cosiddetta variante Allevi e quali siano i tempi e i costi per la redazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica di seconda fase relativo al prolungamento della linea M5 da Bignami a Monza secondo il percorso previsto dalla nuova variante.

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