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1343.10 21 Costituzione europea IPrima di riflettere sulla Costituzione Europea è necessaria una definizione istituzionale di Costituzione. Storicamente le Costituzioni nascono per assicurare ai membri della comunità l’esercizio dei loro diritti e il godimento delle libertà fondamentali con contestuale limitazione del potere statale

Agli albori del costituzionalismo la funzione delle Costituzioni è, quindi, quella di tutelare i Cittadini nei confronti del potere statale.

Solo successivamente, ma già nelle Costituzioni della Rivoluzione Francese, il campo d’intervento si amplia per ricomprendere anche l’assetto fondamentale dello Stato, i rapporti tra il potere legislativo, esecutivo e giudiziario, i principi generali di funzionamento dei tre poteri.

Un ultimo allargamento si ha con le Costituzioni sociali del secondo dopo guerra, dove accanto alla tutela nei confronti dello Stato e all’assetto fondamentale dello Stato, le Costituzioni riconoscono e tutelano altri diritti, come il diritto alla salute, il diritto di sciopero, il diritto al lavoro e ad un’equa retribuzione.

Non solo, le Costituzioni sociali si pongono anche il problema di alcuni diritti che non possono essere esercitati per l’esistenza di ostacoli di carattere economico al loro esercizio, dettando così norme di carattere programmatico che hanno come obiettivo quello di rimuovere gli ostacoli che  impediscono l’effettivo esercizio dei diritti.

Sul punto paradigmatico è l’articolo 3, comma secondo, della nostra Costituzione. Se ci atteniamo alla definizione di Costituzione come sopra delineata e andiamo a leggere i Trattati dell’Unione Europea, ci accorgiamo che manca una Costituzione Europea intesa come Legge fondamentale dell’Unione che riconosca i diritti dei Cittadini Europei, ma che soprattutto sancisca la nascita di un ente sovrano.

Tuttavia un tentativo di dotare l’Unione di una Costituzione è stato fatto.

Lo scopo, oltre a quello di sostituire i diversi trattati esistenti e che al momento costituivano la base giuridica dell' Unione europea, era quello di dare all'UE un assetto politico chiaro riguardo alle sue istituzioni, alle sue competenze, alle modalità decisionali, alla politica estera. La necessità di una Costituzione per l'Europa

All'inizio del nuovo millennio l'Unione europea si è trovata a dover affrontare nuove importanti sfide. Nel 2000 le norme di base della legislazione europea venivano rinnovate con il Trattato di Nizza (7-10 dicembre 2000), che introduceva flessibilità e riforme in vista di un allargamento dell'Europa da 15 a 27 membri (entro il 2007); il Trattato di Nizza  finì per essere un compromesso tra le diverse idee dei paesi membri e quindi non adeguatamente capace di rispondere alle future sfide dell'Europa

All'ultimo momento venne aggiunta una "Dichiarazione sul futuro dell'Unione" che si poneva i nuovi problemi da risolvere entro il 2004, anno dell'allargamento dell'Unione ad altri 10 membri. Il 15 dicembre 2001 al consiglio europeo di Laeken venne proclamata la “Dichiarazione di Laekenche fu il preludio alla Convenzione europea, un organo straordinario incaricato di giungere alla soluzione concreta dei problemi entro il 2004.

Le due grandi sfide dell'Europa erano avvicinare le istituzioni europee al cittadino, potenziando la democraticità dell'Unione e definire il ruolo dell'UE nello scenario post 11 settembre 2001.

Per la risoluzione dei problemi posti dalla dichiarazione fu convocata la Convenzione sul futuro dell'Europa, i lavori della quale si aprirono ufficialmente il 28 febbraio 2002.

I lavori della Convenzione europea si sono conclusi il 10 luglio 2003 e il risultato finale è stato il "Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa", vera e propria costituzione europea che ha in pratica trasformato la Convenzione in una Costituente. La Costituzione europea si componeva di un preambolo e di quattro parti (per un totale di 448 articoli), di 36 protocolli, due allegati e un Atto finale.

I principali punti controversi  del testo erano il nuovo sistema decisionale, basato sulla maggioranza qualificata (50% degli Stati membri che rappresentino il 60% della popolazione dell’Unione); la decisione di abolire definitivamente le decisioni a votazione unanime sostituendole con quelle a maggioranza qualificata; l’attribuzione dei seggi del Parlamento europeo, fissato a 736 con una soglia minima di 4; la formula del preambolo introduttivo sul richiamo alle “eredità culturali, religiose e umanistiche” dell’Europa, criticato perché privo di alcun riferimento alle radici “giudaiche cristiane”.

 Con il Consiglio europeo di Bruxelles del 17-18 giugno 2004 venivano risolti tutti  tutti i problemi giungendo e si giunse alla firma avvenuta a Roma il 29 ottobre 2004: ma l'iter di ratifica è stato interrotto dal no al testo dei cittadini francesi e dei cittadini dei Paesi Bassi con due Referendum popolari. 

Il trattato di Lisbona

Il "periodo di riflessione" dei leader europei dopo il no di Francia e Olanda si è protratto per circa 2 anni. Alla fine la soluzione che fu scelta fu quella di redigere un nuovo Trattato semplificato, privo di connotati costituzionali e da approvare solo per via parlamentare, il Trattato di Lisbona, firmato a Lisbona dai capi di Stato e di Governo il 13 dicembre 2007, entrato in vigore il 1º dicembre 2009 e che costituisce l’ultimo in ordine di tempo dei Trattati Europei e che contribuisce all’assetto contemporaneo dell’Unione.

Con il Trattato di Lisbona  non si è arrivati a redigere un unico trattato (come la Costituzione europea), ma sono stati riformati i vecchi trattati. Il Trattato di riforma ha modificato quindi ilTrattato sull'Unione europea (TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Ad essi sono stati aggiunti la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e il Trattato Euratom; è stata confermata la figura del presidente del Consiglio europeo anche se non più a rotazione e per un mandato semestrale ma con elezione a maggioranza qualificata dal Consiglio europeo per un mandato di due anni e mezzo; è stata prevista sì la figura del "ministro degli Esteri" europeo; vengono meglio delimitate le competenze dell'UE e degli Stati membri, esplicitando che il "travaso di sovranità" può avvenire sia in un senso (dai Paesi all'UE, come sempre avvenuto) che nell'altro (dall'UE ai Paesi); il nuovo metodo decisionale della " doppia maggioranza" che entrerà in vigore nel 2014 e, a pieno regime, nel 2017

 Prospettive

Dal discorso svolto risulta evidente la connessione tra Costituzione e prospettiva federalista e come la prima sia impossibile senza una maggiore unione politica dell’Europa.

Maggiore unione politica che si potrà avere solo se i popoli europei prenderanno consapevolezza che può esistere un’Europa diversa da quella che conosciamo, un’Europa dei popoli non appiattita sui dogmi neo liberisti.

In fondo è sufficiente (ri)leggere il Manifesto di Ventotene per immaginare un’Europa diversa o (ri)leggere gli scritti di Alexander Langer, per sognare un’Europa unita nella diversità, un’Europa dei popoli aperta al suo interno, ma aperta anche verso l’esterno, che accolga chi viene da lontano e che non escluda nessuno.

 

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