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Enrico Berlinguer"Berlinguer ci ha detto che la politica è una missione che richiede sacrificio, ma che è anche una cosa bella e il film su di lui è un atto d'amore verso la buona politica ". Walter Veltroni, regista di "C'era una volta Berlinguer", così lo racconta alle tante persone che giovedì 27 marzo lo ascoltano davanti al circolo Pd Aldo Aniasi di Milano, in attesa della prima del film. 

C'è una bella atmosfera nella piazzetta inondata dalla luce del tramonto: non ci si conosce, ma le parole di Veltroni, che ricordano un grande leader e un Paese che non ci sono più, ci fanno sentire vicini.

Proprio come Walter descrive il PCI di allora," una vera comunità con valori, regole e un'etica".
Nelle interviste comparse sui giornali, aveva detto" Preparatevi a piangere" e così è stato anche tra il pubblico della prima monzese che, mentre scorrevano i titoli di coda, si è sciolto, con gli occhi lucidi, in un lungo applauso.
Sono appena passate sullo schermo le strazianti immagini del giugno 1984: Berlinguer sul palco di Padova che, stravolto dall'ictus, ma tenace e forte, riesce a concludere il comizio e persino a sorridere.

Ha appena pronunciato per l'ultima volta le parole di sempre "Casa per casa, strada per strada": questo significa fare politica ed è un messaggio che arriva potente e chiaro anche a noi, dopo trent'anni.

Il film è il ritratto di un uomo pulito, timido e generoso, ma "non ne voglio fare un santino" puntualizza Walter, che ha combinato in modo sapiente tre elementi: immagini di repertorio, interviste e riprese della Sardegna in cui visse Berlinguer.

Il celebre discorso fatto al Cremlino davanti a Breznev, "la democrazia è valore universale", riportato in prima pagina dal New York Times, si alterna ai ricordi commossi del Presidente Napolitano, alle parole secche dell'ideologo delle BR Franceschini e alla voce spezzata dell'operaio della Galileo che a Padova sul palco visse il dramma da vicino, insieme con la gente che urlava "Basta, basta".

"Berlinguer fu un grande innovatore e riuscì a far votare comunista anche a chi comunista non era: gente che voleva la libertà d'impresa e che, dovendo scegliere tra sovietici ed americani, non aveva dubbi e sceglieva i secondi" continua Walter, raccontando l'eurocomunismo e l'attentato a Sofia nel '73.
Con lui nel 1976 il PCI ottiene il 34,4%, livello massimo di consenso della sua storia, ma a  vincere le elezioni è la DC, con il 38,7%.

In quella situazione complicata, Berlinguer avrebbe potuto non accettare il governo Andreotti e portare il paese verso elezioni anticipate, ma il timore di una svolta autoritaria, come era già accaduto in Cile, lo spinge ad impegnarsi nella difficile e discussa costruzione del compromesso storico. 

Un dialogo complesso al quale presto viene sottratto uno degli interlocutori: Aldo Moro viene rapito e, come dice Veltroni " Enrico è morto due volte: la prima dopo il sequestro Moro, la seconda a Padova".

Tra il 16 marzo 1978 e l'11 giugno1984 ci saranno i momenti difficili della marcia dei quarantamila Fiat a Torino e le contestazioni durante il congresso PSI a Verona.
Eventi che hanno fatto la storia del nostro Paese e che in molti non conosciamo o abbiamo dimenticato, quasi fossero stati  portati via dal vento che in una delle prime scene, in una piazza San Giovanni deserta, fa volare le pagine de L'Unità, con le foto della stessa piazza gremita, il giorno dei funerali.

" Ma la memoria non è solo quella del computer: è ciò che ci rende più forti e più consapevoli", commenta Walter e la piazzetta assolata di Milano, davanti al circolo del Pd, è un'altra Piazza San Giovanni, soltanto più piccola.

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