Care iscritte, cari iscritti,

in questi giorni si sta votando in tutti i circoli d’Italia.

Mi rivolgo direttamente a voi perché conosco la vostra passione e il vostro attaccamento al partito.

In ogni Festa, in ogni assemblea, in ognuno dei mille circoli di tutte le

province italiane in cui sono andato da segretario, ho ascoltato le vostre

speranze e ho capito le delusioni per quello che si poteva fare meglio e non

è stato fatto.

 

Perché di certo abbiamo fatto errori ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche

e correggerli, andando però avanti nella nuova storia comune che abbiamo

appena iniziato a vivere.

 

Il mio impegno è questo: non tornare indietro.

 

Non tornare indietro rispetto alla scelta di un partito radicato nel

territorio, con un Circolo in ogni comune e in ogni quartiere. Un partito

aperto, che unisce la straordinaria forza dei nostri iscritti e dei nostri

militanti alle energie di tanti elettori pronti a lavorare con loro per un

progetto in cui credono.

 

Non tornare indietro rispetto all’idea di un partito ricco di diversità come

tutti i grandi partiti nel mondo. Abbiamo scelto noi di chiudere una lunga

stagione di divisioni per far nascere il Pd, la casa di tutti i

progressisti: laici, cattolici, di sinistra, ambientalisti, liberal,

socialisti. E così deve restare il Pd: il partito in cui quelle diversità

sono la ricchezza che permette di costruire la sintesi e la linea comune.

 

Per questo sono orgoglioso che a sostenere la mia candidatura vi sia tutta

questa varietà di storie.

 

Per questo sono orgoglioso che il Coordinatore della mia mozione

congressuale sia Piero Fassino.

 

Per questo mi si è aperto il cuore quando alla fine di agosto un vecchio

signore ha attraversato la folla che riempiva la piazza, mi ha abbracciato e

mi ha detto: ”Sono l’ultimo segretario del Partito Comunista di Gallipoli ma

voterò per te, perché non mi interessa da dove vieni ma dove vuoi andare”.

 

Questo è il Pd che abbiamo sognato e che ora dobbiamo costruire: un luogo in

cui ognuno ha portato l’orgoglio della propria storia precedente ma in cui

si sta insieme per il futuro che si vuole costruire, per l’idea di Italia

che abbiamo.

 

Come sapete, quando 6 mesi fa tutti mi hanno chiesto di fare il Segretario

del Pd, in un momento molto difficile, avevo detto che il mio lavoro sarebbe

finito in ottobre. Poi ho riflettuto molto su quelle parole di Berlusconi

appena sono stato eletto: “Ecco l’ottavo leader del centrosinistra. Tra un

po’ ci sarà il nono”. Ho masticato amaro quel giorno perché ho pensato che

purtroppo non aveva torto: in quindici anni di là c’è stato sempre lui, di

qua tutti i leader che si sono susseguiti sono stati più ostacolati dal

fuoco amico che da quello avversario.

 

Allora mi sono detto: questa volta a decidere se devo smettere o se dopo sei

mesi devo continuare a fare il Segretario del Pd, non saranno quattro o

cinque capi chiusi in una stanza ma saranno gli iscritti e gli elettori del

Pd.

 

Ecco, solo questo vi chiedo: quando voterete nei Circoli e poi alle Primarie

del 25 ottobre, tra noi candidati scegliete chi vi convince di più, chi

immaginate potrà fare meglio l’opposizione e preparare le future vittorie,

ma scegliete liberi.

 

E’ troppo importante la scelta per seguire l’indicazione di qualcuno che

conta o per restare legati alle antiche appartenenze.

 

Seguite solo la vostra coscienza, fate come quel vecchio segretario del Pci:

scegliete uno di noi, ma non per la storia da cui proviene ma per quella

futura che propone al partito e al Paese.

 

Se farete così, chiunque vinca avrà vinto tutto il Pd.

 

 

Dario Franceschini

 

 

Segretario Nazionale del Partito Democratico

 

 

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