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comuneNella discussione sul Bilancio Comunale 2019, si sono toccati davvero livelli di supponenza, arroganza ed autoreferenzialità vergognosi ed indegni di una città che, pur nella vivacità del confronto politico, non ha mai chiuso la porta al dibattito ed al confronto come ha fatto il 7 febbraio l’attuale Amministrazione Allevi.

Ma nella serie di interventi (pochi e di rito, in verità) da parte dei consiglieri di maggioranza, ve ne è uno che rasenta i toni della minaccia e dell’intimazione ad operatori di un ufficio comunale (che non si ha neppure il coraggio di nominare da parte di chi è intervenuto) qual è l’Ufficio Abitazioni Comunali, che altro non fa che dare voce ed esecuzione alle indicazioni ed agli orientamenti politici dettati dalla Giunta.

Nell’intervento, a ciò che è dato comprendere da un’esposizione approssimativa, confusa e poco chiara se non nelle minacce di ripercussioni inaccettabili da parte dell’autore, si fa riferimento ad atteggiamenti scorretti che gli operatori comunali di quell’Ufficio avrebbero avuto nei confronti di inquilini comunali a cui sarebbe stato intimato, con toni poco civili secondo chi interviene in aula, lo sfratto se non si fossero messi in regola con il rientro delle morosità.

Con tutta la legittimità di segnalare comportamenti scorretti da parte di operatori comunali, che occorre riconoscere per chi ne fosse stato eventualmente vittima, ci preme sottolineare come questa operazione andrebbe eventualmente realizzata dai diretti interessati nei modi, nei tempi previsti dalla legge e dalla prassi e verso gli opportuni interlocutori. Che un consigliere comunale se ne faccia portavoce in aula ci può certamente stare, purché la sollecitazione non assuma i toni della richiesta di punizione o di ritorsione da parte del Sindaco e dell’assessore competente nei confronti degli eventuali operatori protagonisti delle discusse modalità di interlocuzione con cittadini utenti dei servizi comunali.

L’aspetto grave che vogliamo mettere qui in evidenza e che assume un deciso rilievo politico, è tuttavia l’assordante silenzio da parte delle figure “sollecitate” dal consigliere: Sindaco ed Assessore, appunto.

La politica di recupero delle morosità da parte dell’inquilinato comunale, del tutto legittima e foriera di consistenti entrate dopo i primi mesi di realizzazione, secondo quanto asserito dagli attuali amministratori nei loro interventi relativi al loro primo Bilancio (2018), è stata voluta ed intrapresa da Sindaco ed Assessori di questa Giunta e trova nell’Ufficio Abitazioni comunali il braccio operativo che, seppure con modalità che SEMPRE devono essere corrette e rispettose delle sensibilità personali, della dignità di qualunque utente comunale e dell’approccio attento soprattutto alle situazioni di maggior fragilità, altro non fa che mettere in pratica detta politica.

Forse che il Consigliere intendesse mettere in discussione tale scelta? Forse che il Consigliere dimenticasse che dall’assessore alla partita erano state garantite procedure attente a non sfrattare persone o nuclei familiari particolarmente compromessi? Se ciò non accade, la responsabilità è semplicemente dell’operatore o dell’Ufficio che realizza azioni decise dagli amministratori (ma che va “ripreso”, altrimenti “ci vado io”), oppure piuttosto degli amministratori che non verificano e sorvegliano che tali attenzione vengano adeguatamente applicate, o, ancora, degli amministratori che hanno deciso di procedere a prescindere da qualunque tipo di criticità pur di dimostrare che questa Giunta è capace di fare cassa, costi quel che costi? Ed i Servizi Sociali, quale voce hanno in capitolo? Quali azioni intraprendono per garantire protezione ed accompagnamento a chi, pur moroso, necessitasse comunque di gradualità per consentire di recuperare e di rispettare gli impegni nei confronti della proprietà comunale?

Almeno questo ci si aspetta dall’Amministrazione: che si assuma le proprie responsabilità in modo aperto e trasparente, senza nascondersi dietro presunte (o quantomeno tutte da dimostrare in modi leciti e corretti) scorrettezze o inadempienza degli uffici comunali!

Diversi limiti avremo avuto quando amministravamo la città, ma MAI quello di strumentalizzare uffici ed operatori o di lasciarli “allo sbaraglio” delle conseguenze delle scelte che si erano fatte. L’Ufficio Abitazioni Comunali, negli anni della Giunta Scanagatti, ha visto recuperare livelli di professionalità, competenza e qualità che ci aveva consentito di partecipare ai Tavoli Regionali di revisione della legge sull’Edilizia Residenziale Pubblica e di portare il prezioso contributo del Comune di Monza alle sperimentazioni sull’applicazione delle misure di sostegno all’affitto di inquilini comunali e privati. Abbiamo fatto scelte di recupero del patrimonio comunale ristrutturando decine di appartamenti e riuscendo ad utilizzare TUTTI gli investimenti di cui si poteva fruire in quel periodo, senza gettare sulle spalle di altri le conseguenze di scelte forse in parte anche impopolari. Abbiamo lavorato sulla base di un confronto continuo con Sindacati Inquilini e con le forze sociali, per favorire processi di sostenibilità degli adeguamenti degli affitti imposti dai regolamenti regionali e su cui l’Amministrazione precedente (Sindaco Mariani) aveva avuto un atteggiamento attendista fino al limite dei termini, proprio per non accollarsi scelte che avrebbero avuto ripercussioni poco piacevoli per l’inquilinato comunale.

Il coraggio delle proprie scelte: questo ci aspettiamo da una Amministrazione seria e responsabile. Ma l’Amministrazione Allevi  evidentemente non lo è, se oppone uno sconcertante silenzio ad un attacco fatto addirittura dalla propria maggioranza! Figuriamoci cosa ne sa del rispetto della minoranza!