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brambillaLa Lega post-federalista (o, meglio, afederalista) fonda la sua crescita sulle paure, evocando apocalissi vere o presunte. Vera è la grande tragedia di profughi e migranti, falsa è l'avanzata di una presunta teoria “gender” destinata a minare la solidità delle nostre famiglie. In entrambi i casi il copione è simile: toni da crociata medioevale, travisamento della realtà dei fatti, soluzioni che respingono ogni complessità e diversità.

Non è bastata la tempestiva circolare della Ministra Giannini a stoppare le artificiose polemiche sulla inesistente campagna pro-gender presente nella legge sulla Buona
Scuola. Mercoledì in Regione si terrà l'ennesimo convegno omofobo, preludio alla presentazione di una mozione. Quale sia però la loro visione di genere (termine che nulla ha a che fare col gender) lo certificheranno il giorno prima, respingendo la proposta di legge delle minoranze diretta a sostenere la parità nelle nomine di competenza di Giunta e Consiglio.

La Settimana in Regione

Il Consiglio regionale ha approvato in settimana quattro nuove leggi. Due recepiscono accordi internazionali di Regione Lombardia in tema di cooperazione economica, rispettivamente con la Svizzera (per i materiali di escavazione) e con il Québec (per agroalimentare e meccanica). Le altre due leggi invece riguardano l'illuminazione pubblica e la formazione professionale.

La prima è stata approvata all'unanimità, nonostante un nostro ordine del giorno che
richiedeva sostegno ai comuni che intendano riappropriarsi degli impianti sia stato bocciato per carenza di copertura economica. L'assessore Terzi si è però impegnata a darsi da fare in occasione della prossima legge di bilancio. Sulla riforma della formazione professionale il PD si è invece astenuto: pur apprezzandone molti contenuti infatti non condividiamo la codificazione del sistema dotale quale unica forma di sostegno. Rimangono inoltre ancora
insufficienti le coperture per i centri di formazione pubblici.

Il boomerang della Lega 

Stavolta alla Lega è andato male il solito blitz dell'ultimo minuto per introdurre in ogni legge qualche “muro” virtuale anti-migranti. I due emendamenti presentati sulla formazione professionale, uno per impedire che vi siano classi a prevalenza straniera e l'altro per ostacolare l'accesso a chi non ha una buona conoscenza della lingua, sono stati ritirati (il primo) o completamente modificati (il secondo). Sulla composizione delle classi vi è una palese
incompetenza regionale, oltre al fatto che già direttive nazionali vanno in tal senso. Per chi ha una scarsa dimestichezza con l'italiano invece sono stati previsti corsi integrativi specifici: quindi addirittura una maggior spesa (opportuna) per questi soggetti, che invece si volevano emarginare.

I guai giudiziari di Maroni

Entro pochi giorni verrà fissato il processo nei confronti del Presidente Maroni per la nota vicenda che lo vede accusato di induzione indebita e turbativa d'asta per aver favorito due sue ex collaboratrici. È stato il suo avvocato a chiedere il processo per rito immediato, anticipando così la richiesta di rinvio a giudizio che quasi certamente lo avrebbe comunque raggiunto. Indipendentemente da come andrà il processo, permangono molte opacità nella selezione
del personale di Regione Lombardia e delle sue partecipate.

L'ultima new entry, a questo proposito, è data dalla giovane sindaca leghista di un paese della
provincia di Verona, San Giovanni Ilarione. Insegnante di religione alle elementari, è stata ora assunta da Maroni nella sua segreteria per occuparsi della Macroregione.

Tutto regolare, almeno nella forma, discutibile nella sostanza. Finora la sindaca era assurta agli onori della cronaca locale solo per aver parcheggiato la propria auto nel posto riservato ai disabili. Scoperta, si era scusata. Non è chiaro se abbia pagato la multa.

Ambulanti in piazza 

Non è una gran notizia: gli ambulanti in piazza ci stanno per mestiere. Solo che stavolta ci sono andati per protestare. Contro le modalità di recepimento della direttiva europea Bolkenstein, che dal 2017 imporrà ai comuni di mettere a gara l'affidamento dei posteggi ne mercati.

Paradossi di un liberismo inflessibile coi piccoli, meno tenace coi grandi monopoli. Ho sempre sostenuto l'utilità dei mercati settimanali, sia come servizio commerciale che per la
vitalità che restituiscono ai nostri centri, altrimenti deserti di opportunità di incontro. Ciò a prescindere dall'atteggiamento non sempre corretto di qualche singolo furbetto del mestiere e dalle diffuse simpatie destrorse nella categoria, oggi insidiate dai cinquestelle.

Nella maggioranza sono lavoratori che fanno orari duri, esposti quotidianamente a rischi climatici oltre che economici e che nelle loro “licenze” hanno quel poco di sicurezza che
consente di programmare il futuro. È bene che anche la sinistra li sappia ascoltare.