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sanitàCi siamo, martedì prossimo inizierà la discussione in Aula del progetto di legge 228, ciò che resta della tanto annunciata riforma della sanità lombarda. Per amor di cronaca, bisogna precisare che ora anche nel titolo è scritto chiaramente che si tratta solo della modifica dei primi due titoli del testo unico in materia di sanità, ovvero i principi generali e la "governance". 

Il Pd, come annunciato, non farà sconti: i funzionari stanno lavorando per produrre migliaia di emendamenti e ordini del giorno. L'obiettivo è quello di portare in Aula quella discussione che è stata negata in commissione. 

Intanto il Partito Democratico ha presentato in dieci punti ciò che andrebbe fatto per migliorare significativamente la sanità lombarda. 

"La prossima sarà una settimana calda - spiega il capogruppo Enrico Brambilla - ma la nostra sarà opposizione di proposta, e per questo presentiamo i punti per noi irrinunciabili perché si possa dire di avere davvero riformato la sanità lombarda. E visto che in commissione non ci è stata data la possibilità di discutere nel merito il testo di legge proposto dalla maggioranza, porteremo la discussione in Aula. Sia chiaro, ci prepariamo a una battaglia durissima ma con l'obiettivo di cambiare davvero la sanità lombarda, per renderla più efficiente e più equa, e quindi per dire no all'involuzione del sistema sanitario regionale contenuta nel testo di maggioranza".

"La cosiddetta riforma predisposta dal centrodestra risolve i problemi dei cittadini? La risposta è no - dice Carlo Borghetti -. Riforma vera sarebbe se si centralizzasse la programmazione e si creasse un'azienda unica della salute e del welfare in ogni area vasta, se si ponesse fine all'ingerenza dei partiti di maggioranza sulle nomine dei manager, se si premiassero con rimborsi adeguati le cure condotte meglio e, di contro, si penalizzassero quelle fatte meno bene. E poi occorre rendere i controlli davvero indipendenti e rendere il ticket molto più equo. Così potremmo dire di avere davvero contribuito a migliorare la sanità lombarda". 

"In questa finta riforma - aggiunge la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi - mancano moltissimi argomenti, dalla prevenzione alla lotta alle dipendenze, al ruolo dell'università, solo per fare degli esempi. Il problema è che in Regione più che di sanità si è parlato di geografia. Si è pensato soprattutto al Risiko degli ospedali ma senza un pensiero coerente basato su criteri di mobilità, qualità ed efficienza: c'è stato un mercato in cui hanno prevalso i grandi potentati locali". 

Ecco il decalogo del Pd

SANITÀ, DIECI PUNTI PERCHÉ SIA UNA VERA RIFORMA

1. OCCORRE SEMPLIFICARE, NON COMPLICARE. Le Agenzie di Tutela della Salute e le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali moltiplicano i livelli di governo, comportano una riorganizzazione complicata, lunga, costosa e sgradita ai territori.Sono sufficienti le Asst, una per ogni area vasta e un'organizzazione specifica per la montagna e la città metropolitana;

 2. LA PARTECIPAZIONE DEI COMUNI FA BENE AI SERVIZI. L'attuale proposta cancella i Distretti Sociosanitari: è una follìa. Sono la dimensione consolidata ormai da anni dell'organizzazione dei servizi territoriali e dei Piani Sociali di Zona dei Comuni: i Distretti Sociosanitari vanno mantenuti e riorganizzatiin coerenza con la riorganizzazione delle aree vaste e della città metropolitana; 

3. PIU' MERITO, MENO INGERENZA. E' rimasto invariato il sistema delle nomine dei Direttori Generali: è il merito che va premiato, il ruolo della politica deve essere ridimensionato. Va creata una short list dei migliori candidati all'interno della quale la Giunta può fare le proprie scelte. I manager in carica vanno valutati attraverso indicatori di risultato che devono riguardare l'efficienza, la qualità dei servizi, la riduzione delle liste d'attesa e gli esiti sulla salute dei cittadini e non esclusivamente il rispetto dei budget; 

4. UNA PROGRAMMAZIONE A MISURA DI TERRITORIO. Per un disegno dei servizi che garantisca l'integrazione, va istituito il Piano Socio-Sanitario Territoriale di ogni ASST che va costruito in modo da assicurare una programmazione coordinata e condivisa con i Piani Sociali di zona dei Comuni; 

5. L'OSPEDALE CHE CURA MEGLIO VA PREMIATO. Per combattere l'inappropriatezza e gli abusi, che bruciano oltre un miliardo di euro destinati alla sanità vanno elaborati dei DRG particolari o più dettagliati secondo indicatori che misurino le performance, i tempi di attesa e la qualità, premiando le migliori prassi e penalizzando le peggiori

6. CONTROLLI FREQUENTI ED INDIPENDENTI. Per evitare gli scandali del passato: l'Agenzia di Controllo deve essere un organismo indipendente che faccia le verifiche amministrative e di appropriatezza clinica direttamente sugli erogatori dei servizi; 

7. MENO DISCREZIONALITA', MENO CORRUZIONE. Per stabilire un finanziamento più corretto e non discrezionale alle strutture, vanno eliminate le funzioni non tariffate (un miliardo di euro l'anno) che sono state alla base di molti scandali. Vanno sostituite modulando le attuali tariffe in base alla complessità delle funzioni. 

8. MENO CODE, PIU' SERVIZI ONLINE E IN FARMACIA. Per facilitare il paziente-cittadino va prevista la possibilità di prenotare visite ed esami, pagare il relativo ticket e ottenere i referti on-line, oppure direttamente in farmacia; 

9. ACCORPAMENTI, MA CON CRITERIO. La rete ospedaliera va ridisegnata non in base agli interessi di campanile ma ad indicatori di mobilità sanitariadei cittadini che già oggi scelgono le strutture in base alla qualità e non solo in base alla vicinanza. Sia precisato il ruolo e l'identità dei singoli presidi; 

10. LA SALUTE NON SIA UN PRIVILEGIO. La compartecipazione dei cittadini lombardi oggi è troppo alta e iniqua. Bisogna rimodulare tutti i ticket in base al reddito esentando tutti coloro che hanno un reddito sotto i 30 mila euro annui